PESCARA (e Abruzzo) – Così recita un commento/riflessione di Patrizia Fedele, associata di FIAB Pescarabici, descrivendo la sua quotidianità in bicicletta per le vie di Pescara, situazione familiare in molte altre città d’Italia. “Le piste ciclabili a Pescara sono come la cyclette: la si compra pensando di utilizzarla per fare attività fisica, poi dopo due o tre volte diventa una sorta di attaccapanni. Insomma le piste ciclabili sono nate con il nobile scopo di essere fruibili dai ciclisti, poi servono a ben altro: parcheggio auto e moto, percorso per pedoni e pattinatori, parcheggio suv e furgoni ecc. Sarei anche molto curiosa di conoscere chi le ha progettate, tralasciando di parlare della pavimentazione e della segnaletica sulle quali è meglio adottare un rispettoso silenzio, dal momento che dubito si tratti di un ciclista, fosse anche della domenica, perché altrimenti non si spiega a cosa mai può servire una pista ciclabile che corre lungo un marciapiede e non delineata da un cordolo, un’altra che gira attorno ad uno spartitraffico e che alla fine ti getta in mezzo al traffico di una rotatoria, un’altra interrotta da pensiline di autobus e punteggiata da rami di palme basse e taglienti, un’altra ancora deserta e scarsamente illuminata, un’altra talmente stretta che se si incontrano due ciclisti quasi si urtano (contatto sicuro se uno o tutti e due sono forniti di specchietto retrovisore). Conclusione: i nostri amministratori locali sembra vogliano suggerirci di gettare la bici alle ortiche e usare l’auto per contribuire a peggiorare sempre di più la qualità dell’aria e della vita nella nostra città. Viva lo smog!”
Serve una netta inversione di tendenza e il nuovo parlamento avrà un ruolo chiave nel gestire la sterzata. Per questo FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) ha sottoposto il Decalogo Mobilità Nuova: Iniziative Legislative e di Governo a diversi candidati delle varie liste della competizione elettorale a 360°. Di quei 10 punti, in particolare, la FIAB ha chiesto specificatamente ai candidati, una volta eletti, di impegnare Parlamento e Governo su almeno 6 di quei 10 punti, che sono i temi su cui si batte da anni. Vale a dire:
- Istituzione del Servizio Nazionale per la Mobilità Ciclistica;
- Revisione organica del Codice della Strada e delle norme tecniche;
- Aggiornamento della legge di finanziamento sulla mobilità ciclistica;
- Equiparazione della bicicletta al trasporto pubblico nell’infortunio in itinere;
- Monitoraggio e sicurezza stradale;
- 9. Promozione e valorizzazione del turismo sostenibile attraverso la realizzazione della rete ciclabile nazionale “BICITALIA”.
All’appello hanno risposto 50 candidati, di diverse forze politiche, ma in maggioranza dello schieramento di centro-sinistra. Assenti i candidati abruzzesi. Ci sarà forse una correlazione tra le riflessioni di Patrizia e l’assenza di interesse per la mobilità sostenibile e ciclopedonale in Abruzzo? Considerando lo scarso interesse da parte della Giunta Regionale abruzzese nella revisione del contratto di servizio con Trenitalia, con fondi già stanziati, per permettere il trasporto gratuito delle bici sui treni regionali, e ancor più grave, il ritardo inesplicabile nell’approvazione della proposta di Legge Regionale sulla Mobilità Ciclistica, lasciamo ai lettori e agli elettori la risposta e il responso delle urne.