PESCARA – Ci risiamo: dove c’è spazio, lì si possono parcheggiare le automobili. Da quando, negli anni, le città si sono “motorizzate” questo è quello che viene spontaneo credere. E’ così da tempo ormai. Senza chiedere permesso ad alcuno, ma per una condivisione di scelte urbanistiche che si sono “civilmente e democraticamente“ affermate (ma quanto ragionevolmente e responsabilmente?) le “macchine” hanno invaso le strade e le piazze. E, contravvenendo alle norme e ai regolamenti, anche i marciapiedi, i prati, le spiagge, ecc. Non sazio, oggi addirittura qualcuno chiede ancora, e in passato ha anche ottenuto, che quanto vietato venga consentito. Ma dove stanno di casa allora …
… tutti i discorsi, le considerazioni, gli auspici su una migliore qualità della vita nella città, sulla riduzione dell’inquinamento, sulla sicurezza stradale, sulla socialità, sugli spazi ai cittadini, sulle scelte strategiche di una diversa mobilità, quella sostenibile? Quando si è costretti a ragionare sull’attuale assetto della mobilità urbana ritenendolo immodificabile, è certo che bisogna fare posto alle auto. Ma siamo a questo livello? Ma veramente consideriamo il trasporto automobilistico attuale cittadino come ineluttabile? Una condanna? Come associazione siamo assolutamente slot machines convinti di no. I balneatori hanno le loro ragioni. Dove parcheggia la macchina chi viene da fuori Pescara? La potrebbe lasciare nell’area di risulta, ad esempio; perché non prevedere allora un servizio, anche gratuito, di bus navetta di supporto nel fine settimana sul lungomare? Inoltre, se si alzano i prezzi dei parcheggi per disincentivare l’uso dell’auto, allora è necessario allestire, come contropartita, aree di interscambio, migliorare il trasporto pubblico, allestire nuove piste ciclabili o almeno fare la manutenzione delle poche esistenti. Siamo pienamente convinti che il cambiamento deve partire da noi cittadini, ma sarebbe più semplice se l’Amministrazione ci mettesse nelle condizioni di poter modificare certe abitudini. E allora, se mettessimo rapidamente in campo alcune delle proposte fatte, a cominciare da alcune aree strategiche (il lungomare, ad esempio), la voglia pazza di qualcuno della “macchina sulla battigia” forse verrebbe meno e al suo posto una sana boccata di “città futura” (young, per usare un termine di speranza) farebbe certamente bene al corpo e alla mente. Ed anche al portafoglio. Ma di tutti!