domenica, Marzo 16, 2025
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Abruzzo Sea Cycling, ok: ma non basta

Pescara potenziale centro nevralgico del cicloturismo in Abruzzo. Ma servono piste ciclabili e servizi a misura di bicicletta – Pescara ha enormi potenzialità per candidarsi a diventare centro nevralgico del turismo regionale in bicicletta, a tal punto da generare ricadute positive per le attività commerciali cittadine, ma anche regionali (alberghi, ristoranti, agriturismi, bed & breakfast, campeggi, ecc.) favorendo la nascita di iniziative imprenditoriali turistiche locali, che si tradurrebbero in riduzione della disoccupazione e maggiore entrate per gli enti locali.

Ma per arrivare a tale obiettivo, occorre innanzitutto garantire la mobilità ciclabile in sicurezza, urbana ed extraurbana, come ribadito dalla campagna internazionale #SALVAICICLISTI, attraverso piste ciclabili ben costruite, mantenute, segnalate, e collegate fra di loro, oltre che interventi di moderazione e modifiche alla viabilità, che com’è oggi ancora privilegia automobili e altri mezzi altamente impattanti dal punto di vista ambientale e sanitario. Inoltre, servizi di supporto a chi si sposta in biciletta come parcheggi di interscambio, noleggio diffuso e sistemi di bike-sharing, mappature dei percorsi e georeferenziazione, strutture ricettive a misura di ciclista, e soprattutto intermodalità, cioè la possibilità di abbinare la bici al trasporto pubblico su treni e bus, sono necessari. “Pertanto da un lato accogliamo con soddisfazione la presentazione del progetto Abruzzo Sea Cycling presentato dalla Regione Abruzzo, ma invitiamo a fare di più ad esempio considerando la mobilità ciclistica all’interno del Piano Regionale Integrato dei Trasporti e approvando la proposta di Legge Regionale sulla Mobilità Ciclistica che giace da anni nei cassetti. Altre regioni in Italia stanno facendo passi da gigante in questo senso, e da noi ancora si parla di bicicletta solo quando passa il Giro d’Italia. C’è da colmare un ritardo culturale di decenni se vogliamo dare nuovo slancio all’economia locale attraverso nuove opportunità in linea con il mercato nazionale e europeo in primo luogo”. Un recente studio in Germania, pubblicato dalla ADFC (l’equivalente tedesca della FIAB, Federazione Italiana Amici della Bicicletta) riporta alcuni dati: 4,9 milioni di tedeschi hanno effettuato nel 2009 una vacanza in bici dormendo fuori almeno una notte. La ciclopista la ciclabile più usata è quella dell’Elba che è stata percorsa nel 2010 da 155.000 ciclisti. La durata media del viaggio è di 9 giorni e la spesa media dei cicloturisti in quel tratto è di 66 euro al giorno a persona. Gli stranieri sulla ciclopista in due anni sono raddoppiati, passando dal 4,6 del 2008 all’8,9 % del 2009. La ciclopista del Danubio rimane la meta estera più popolare per i cicloturisti tedeschi. Solo quella pista ha fatto fatturare all’Austria 71,8 milioni di euro nel 2010”. In Italia, invece, lo studio pubblicato dalla Provincia autonoma di Trento rivela come nel 2009 il turismo in bicicletta nella Valle dell’Adige ha avuto una ricaduta economica diretta di circa 860-970 mila euro. Circa l’1% del giro d’affari complessivo generato dal turismo negli ambiti attraversati dalla ciclabile. Nel 2009 il turismo in bicicletta in Valsugana ha avuto una ricaduta economica diretta di circa 7 milioni di euro. Circa il 6% del giro d’affari complessivo generato dal turismo negli ambiti attraversati dalla ciclabile. Nel 2009 il turismo in bicicletta nella Valle di Sole ha avuto una ricaduta economica diretta di circa 2,8 milioni di euro. Circa il 2% del giro d’affari complessivo generato dal turismo negli ambiti attraversati dalla ciclabile. Nel 2009 il turismo in bicicletta lungo la ciclabile del Garda ha avuto una ricaduta economica diretta di circa 75 milioni di euro. Circa il 22% del giro d’affari complessivo generato dal turismo negli ambiti attraversati dalla ciclabile.

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