Ricognizione ciclistica via Marconi. Com’è andata? Così così. Per dirla in breve abbiamo cercato di guardare gli spazi e di prendere le misure, di osservare le traiettorie e capire le criticità.
Via Marconi è ancora un cantiere, e quindi è difficile dare giudizi; ma quello che si può dire, a partire almeno dai tratti corredati da segnaletica, almeno orizzontale, è che per le biciclette gli spazi sono angusti e pericolosi, adatti a ciclisti abili e attenti.
Nel tratto in direzione nord, la presenza di una due ruote in corsia costringe l’auto, per sorpassarla, ad invadere la corsia autobus; ma al contempo ritrovarsi in una colonna di macchine significa rimanere pericolosamente ingabbiati all’iterno di un angusto corridoio di marcia, lungo cui bisogna manterenere anche un certo equilibrio per non ondeggiare.
Lungo il percorso siamo rimasti coinvolti in una curiosa avventura. All’altezza del distributore Q8, il giovane titolare del bar Fermento, visto il gruppo di ciclisti, ci è venuto incontro con un vassoio di pizzette.
Essere rifocillati ad un distributore di carburante è paradossale, ma emblematico: potrebbe essere il segno di come stia cambiando la tiolopogia dei clienti che presto si fermeranno sempre di più qui, una volta finita l’epoca delle auto a combustibile fossile. Gli abbiamo suggerito di attrezzare un bicigrill, magari con qualche stallo e una pompa per bici.