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Pescara ciclabile in una interrogazione parlamentare

Senato. Sicurezza per i ciclisti, Lannutti (Idv) invoca misure

Sensibilizzare le articolazioni periferiche dell’amministrazione sull’estrema rilevanza della sicurezza stradale, visto che ogni anno si registrano 6.000 morti, anche tra i ciclisti. La richiesta è stata avanzata da Elio Lannutti dell’Idv in un’interrogazione presentata il 22 luglio al Senato. Il parlamentare si è mosso a seguito dell’inaugurazione a Pescara del “ponte del Mare”, definito dallo stesso superbo ed ardito manufatto architettonico. La pista ciclabile del ponte a sud si interrompe improvvisamente scontrandosi con la vecchia struttura viaria percorsa dalle automobili, e per giuntain senso contrario. Una situazione questa che secondo Lannutti presenta anche aspetti pericolosi, nell’ipotesi, “allo stato tutt’altro che imprevedibile, in cui un ciclista, magari un ragazzo, percorrendo la ripida discesa dello stesso ponte, non riuscisse a fermarsi in tempo prima del termine dello stesso: lo schianto con le auto di fronte sarebbe inevitabile”. “Questo quadro del tutto singolare, grottesco e drammatico si prolunga ormai dall’8 dicembre 2009 – giorno appunto dell’inaugurazione del ponte – perché l’amministrazione comunale non ha voluto ancora realizzare un collegamento di poche centinaia di metri con la pista ciclabile già realizzata, costringendo i ciclisti a percorrere quel pericoloso tratto tra le auto e contromano, senza che chi è preposto alla tutela della pubblica incolumità abbia ritenuto di rivolgere al Sindaco, comunque negligente, le necessarie indicazioni, giudicando evidentemente prioritario limitarsi a partecipare a cerimonie di inaugurazione.

Scarica la l’interrogazine di Lannutti su piste ciclabili a Pescara

Di seguito il testo dell’interrogazione:
LANNUTTI – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell’interno, della
difesa, dell’economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti – Premesso che:
Pescara è una città soffocata dal traffico veicolare urbano favorito dall’assenza – unica città italiana
di medie dimensioni – di una zona a traffico limitato e con limitatissime aree pedonali, solo nella
sua zona centrale;
tale condizione appare assolutamente censurabile considerando che il capoluogo abruzzese è una
città di mare che si sviluppa in un’area quasi esclusivamente pianeggiante, in cui una mobilità
urbana sostenibile potrebbe essere agevolmente favorita dal massiccio uso della bicicletta come
notoriamente avviene in molte città dell’Italia settentrionale e del Nord Europa;
da qualche anno, tuttavia, si è registrato un forte incremento delle due ruote, favorito recentemente
anche dall’inaugurazione del “ponte del Mare”, superbo ed ardito manufatto architettonico, che
finalmente ha collegato, con un percorso riservato a pedoni e ciclisti, “i due” lungomari, a nord e a
sud del fiume che dà il nome alla città;
il ponte è divenuto subito l’attrattiva preminente e soprattutto nella stagione estiva è stato preso
d’assalto dai cittadini che, come detto, stanno riscoprendo l’uso della bicicletta come strumento
comodo, efficace e benefico di mobilità urbana;
ciò ha accresciuto i rischi per l’incolumità dei cittadini in assenza di qualsivoglia infrastruttura
dedicata a chi intenda meritoriamente muoversi senza gravare sul traffico e l’ambiente, giacché
l’attuale amministrazione comunale ha sempre ottusamente e ciecamente manifestato ostilità verso
la realizzazione di piste ciclabili ed anzi ventilando criticabili intendimenti di smantellare le poche
piste esistenti sul lungomare, realizzate dalla vecchia amministrazione comunale;
in alcuni casi addirittura attuandoli, come quando il sindaco Masci, appena eletto, realizzava ampi
parcheggi sul marciapiede del lungomare dalla rotonda Nord fino al confine con Montesilvano,
assolvendo ad un impegno elettorale, ad opinione dell’interrogante incivile ed a basso costo, con i
gestori degli stabilimenti balneari i cui clienti, lamentando di non trovare parcheggio recandosi al
mare in auto, minacciavano di abbandonare i lidi prospicienti: in tal modo quella che per il codice
della strada dovrebbe essere un’area dedicata ai pedoni ed ai ciclisti veniva pericolosamente
condivisa anche dalle automobili che impunemente scorazzano all’affannosa ricerca di un
parcheggio. E questo senza che le autorità di pubblica sicurezza (prefetto, questore, comandante
provinciale dei Carabinieri, comandante dei Vigili urbani) abbiano opposto resistenza alcuna;
parimenti tra Pescara e Montesilvano dove sempre sul lungomare le già insufficienti piste ciclabili
al confine nei territori di rispettiva competenza si interrompono bruscamente per un centinaio di
metri in corrispondenza di un noto locale notturno realizzato, a giudizio dell’interrogante
insensatamente, sul marciapiede – unico manufatto sul lungomare, orrida testimonianza della
speculazione dilagante degli anni ’60 che nessuna autorità nel tempo ha avuto il coraggio di spianare
al suolo come merita – costringendo i ciclisti di tutte le età (dai bambini ai più anziani) a guadagnare
la sede stradale sfidando le automobili che continuano impunemente a sfrecciare ad alta velocità
nonostante i limiti che vengono sistematicamente violati;
a tutto ciò si aggiunge, con ancor più colpevole gravità, l’inaugurazione dell’evocato ponte la cui la
pista ciclabile a sud si interrompe improvvisamente scontrandosi con la vecchia struttura viaria
percorsa dalle automobili, e per giunta in senso contrario;
tale situazione potrebbe portare a tragiche conseguenze, nell’ipotesi, allo stato tutt’altro che
imprevedibile, in cui un ciclista, magari un ragazzo, percorrendo la ripida discesa dello stesso ponte,
non riuscisse a fermarsi in tempo prima del termine dello stesso: lo schianto con le auto di fronte
sarebbe inevitabile;
questo quadro del tutto singolare, grottesco e drammatico si prolunga ormai dall’8 dicembre 2009 –
giorno appunto dell’inaugurazione del ponte – perché l’amministrazione comunale non ha voluto
ancora realizzare un collegamento di poche centinaia di metri con la pista ciclabile già realizzata,
costringendo i ciclisti a percorrere quel pericoloso tratto tra le auto e contromano, senza che chi è
preposto alla tutela della pubblica incolumità abbia ritenuto di rivolgere al Sindaco, comunque
negligente, le necessarie indicazioni, giudicando evidentemente prioritario limitarsi a partecipare a
cerimonie di inaugurazione;
come spesso, ma non sempre, accade in Italia per sollecitare l’interesse delle pubbliche autorità
occorrerà invocare l’intervento di Brumotti e della trasmissione televisiva “Striscia la Notizia”,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti descritti;
se non ritengano con la massima urgenza di dover intervenire con fermezza nell’ambito delle
rispettive competenze su prefetto, questore, comandante provinciale del Carabinieri per porre fine
alle situazioni descritte, connotate da imminente e prevedibile pericolo sulla pubblica incolumità
anche al fine di prevenire, in caso di sinistri, inevitabili chiamate in causa delle amministrazioni di
appartenenza per condotta omissiva;
se non ritengano nei modi e nelle forme consentite dalla legge di sostituirsi alla locale
amministrazione al fine di ripristinare il rispetto delle leggi dello Stato e tra queste, in primo luogo
del codice della strada;
più in generale, se non ritengano di dover adeguatamente sensibilizzare le articolazioni periferiche
dell’amministrazione sull’estrema rilevanza della sicurezza stradale, visto che ogni anno si
registrano 6.000 morti, anche tra i ciclisti.

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1 COMMENT

  1. grottesco e drammatico, è così che stanno le cose;
    la sicurezza stradale è responsabilità degli amministratori ed ogniuno ha il diritto/dovere di esigere sicurezza e rispettarne le regole.

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