lunedì, Ottobre 7, 2024
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Una “roulette ciclistica” in via Michelangelo

Pescara – Praticamente ellittico, la rotatoria di via Michelangelo ha un diametro medio di 65 metri. La larghezza della strada invece è di 10 metri, la lunghezza poco più di 200. Qui intorno ci girano tutti: autobus, camion, auto, moto e … bici. I pedoni devono fare i conti con una circonferenza ancora più ampia. Alla rotatoria sono connessi sette assi stradali: C.so V. Emanuele, in entrata e in uscita, via Quarto dei Mille, Viale Bovio, via Michelangelo, entrata e uscita, l’area parcheggio dei bus. Da qui, in particolare entrano ed escono quasi tutti gli autobus urbani e extraurbani che operano su Pescara e dintorni. Quindi si tratta di un’area densamente trafficata e anche lunga da attraversare. Soprattutto per i ciclisti, che affrontano questo ampio tracciato senza sapere in effetti da che parte mettersi. Pericolosissimo, a nostro avviso, per quelli meno abili e meno abituati al traffico, come i bambini o le persone più anziane, impegnativo per le altre.
Le foto allegate riguardano una famiglia di quattro persone, genitori e figli, in prossimità della rotatoria un giorno feriale. Si vede che vanno al mare (ci vanno in bici!). Il bambino, più intraprendente, si porta avanti e rimane isolato all’ingresso della corona, mentre la bambina si tiene a destra della mamma. Non abbiamo seguito l’intero tragitto, ma appare evidente come superare la sequenza di incroci sia già impegnativo per una singola persona, lo è ancora di più dovendo gestire altri, soprattutto se bambini e con poca esperienza della strada.
Perché questa rotatoria, come tante altre, è rimasta e rimane segnaleticamente muta all’uso da parte dell’utenza ciclistica, quando viene impegnata da mezzi di diverse tonnellate di peso che entrano ed escono ad ogni incrocio, tanto quanto fanno quelli delle due ruote che si avventurano sul percorso nella speranza di poter arrivare indenni dall’altra parte? A chi chiedere le ragioni di questa condizione, non isolata ma progettualmente e irresponsabilmente reiterata ad ogni occasione, come in quella più eclatante di Piazza Unione?

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