Il Distretto sanitario sud
lascia a piedi le due ruote

Pescara – Siamo lungamente intervenuti per stigmatizzare la situazione di caos determinata dall’abitudine che si è nel tempo consolidata di parcheggiare l’auto sulla pista ciclabile di via de Gasperi, lato mare, nei pressi dell’ex distretto sanitario Pescara sud di Via Rieti. Abbiamo fatto telefonate su telefonate ai vigili per chiedere di intervenire per ripristinare condizioni di normalità e di rispetto delle norme del CdS e agli uffici del Comune per il ripristino della segnaletica orizzontale, sparita ormai da tempo a seguito di lavori stradali terminati solo con il parziale rifacimento del manto di asfalto. Nulla è accaduto, se non lo spostamento della sede del Distretto, che ora è in via Rio Sparto.

Siamo andati a ispezionare il nuovo avamposto sanitario e ci siamo accorti che i supermercati, noti per l’ampio spazio lasciato alle auto, trattano meglio gli utenti con le bici, lasciando almeno due/tre rastrelliere, anche del vecchio modello a molla/scolapiatti.

Non sappiamo quanto l’opera sia completa nella dotazione di certi servizi, ma abbiamo notato che la strada per arrivarci un auto c’è, dotata anche di una stretta bretella laterale per i pedoni, come anche parcheggi tutt’intorno l’edificio, ma nulla per le due ruote, né per come arrivarci, se non, supponiamo, in promiscuità con le auto, ma soprattutto per parcheggiare, con il rischio di dover attaccare ruota o telaio a pali o alberi, con la certezza di far venir meno il decoro, già dubbio, dell’edificio.

Ma come è possibile una simile distrazione? Che una struttura nuova e moderna come questa non venga dotata di spazi dedicati alla bicicletta? Eppure presso la precedente sede c’era almeno una rastrelliera, spesso riempita da entrambi i lati per over-booking di richieste.

Per rimediare a questa lacuna, chiediamo che in prossimità dell’ingresso principale almeno 4/5 posti auto siano totalmente dedicati alle biciclette in cui inserire semplici stalli ad archetto (U rovesciata) con una chiara segnaletica di accesso e fruizione,  a cui faccia eco anche una robusta comunicazione interna di invito all’uso della bici come pratica salutistica e di prevenzione delle malattie.

Sarebbe auspicabile attuare anche una politica di mobility management tra operatori e operatrici che lavorano presso la struttura perché siano intanto loro ad essere in prima linea, insieme all’amministrazione, con azioni virtuose di accesso alla sede di lavoro, magari inserite in piano spostamenti dedicato alla struttura.

Saremmo ben lieti di contribuire a questo nuovo scenario con un nostro contributo.