venerdì, Gennaio 24, 2025
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Sempre NO alle piste ciclabili sui marciapiedi

Sempre NO alle piste ciclabili sui marciapiedi

Non ne possiamo più di piste ciclabili sui marciapiedi!

Ma perché si mettono in conflitto  ciclisti e pedoni, utenza vulnerabile della strada, anche quando esistono le condizioni per evitarlo?

Si sta completando la pista ciclabile in via D’Avalos che, all’altezza dell’incrocio con via Elettra, sale spudoratamente sul marciapiede con la strada tanto larga da permettere la realizzazione corretta della pista secondo la normativa vigente: il regolamento 557/99 “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili” recita all’art. 4. “Ulteriori elementi per la progettazione” ed in particolare al comma 5: I percorsi promiscui pedonali e ciclabili (…) sono realizzati, di norma, all’interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, nel caso in cui l’ampiezza della carreggiata o la ridotta entità del traffico ciclistico non richiedano la realizzazione di specifiche piste ciclabili. I percorsi promiscui pedonali e ciclabili possono essere altresì realizzati, previa apposizione della suddetta segnaletica, su parti della strada esterne alla carreggiata, rialzate o altrimenti delimitate e protette, usualmente destinate ai pedoni, qualora le stesse parti della strada non abbiano dimensioni sufficienti per la realizzazione di una pista ciclabile e di un contiguo percorso pedonale e gli stessi percorsi si rendano necessari per dare continuità alla rete di itinerari ciclabili programmati. In tali casi, si ritiene opportuno che la parte della strada che si intende utilizzare quale percorso promiscuo pedonale e ciclabile abbia:

  • a) larghezza adeguatamente incrementata rispetto ai minimi fissati per le piste ciclabili all’articolo 7;
  • b) traffico pedonale ridotto ed assenza di attività attrattrici di traffico pedonale quali itinerari commerciali, insediamenti ad alta densità abitativa, ecc.

L’art. 7. “Larghezza delle corsie e degli spartitraffico” , così recita: 1. Tenuto conto degli ingombri dei ciclisti e dei velocipedi, nonché dello spazio per l’equilibrio e di un opportuno franco laterale libero da ostacoli, la larghezza minima della corsia ciclabile, comprese le strisce di margine, è pari ad 1,50 m; tale larghezza è riducibile ad 1,25 m nel caso in cui si tratti di due corsie contigue, dello stesso od opposto senso di marcia, per una larghezza complessiva minima pari a 2,50 m.

La larghezza del marciapiede lato monte è mediamente di 2,5 mt, mentre la pista ciclabile è di 1,5 mt. Il marciapiede è contrassegnato, lato strada, da pali della luce, alberi e cartellonistica. Su strada, invece, è ricavato un presunto parcheggio, ma di dimensioni di 1,5 mt, ovvero 50 cm meno dello spazio necessario per il parcheggio auto, ma esattamente il giusto per una corsia ciclabile monodirezionale.

Il solerte Sindaco che controlla tutti i lavori farà “grattare” ancora una volta l’asfalto, questa volta in via D’Avalos, e indicherà la “buona strada” ai tecnici distratti?

Dove volete che passino i ciclisti se non nella loro sede naturale?
(figura sotto)

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