3 gravi incidenti che hanno visto coinvolti altrettanti ciclisti vittime di automobilisti distratti e/o indisciplinati.
Il 28 giugno una ragazza nei pressi di Lanciano, il 1 luglio a Lanciano un uomo peraltro attivista per la mobilità sostenibile e ieri 3 luglio un ciclista sportivo. Non ci deve sorprendere la gravità delle condizioni di due dei tre ciclisti perché se un’auto investe una persona a 50 km/h è come se quest’ultima cadesse dal terzo piano: nessun presidio di sicurezza passivo (casco, per es) protegge il malcapitato da gravissimi danni fisici, fino ad una possibile morte.
E chi va in bici non la usa solo per svago, ma molti preferiscono questo mezzo alternativo per la sua sostenibilità economica, per la comodità e la velocità con cui ci si può spostare e, non ultimo, per il benessere proprio e altrui a causa della assoluta mancanza di produzione di sostanze inquinanti.
In città non è più sostenibile un numero così alto di automobili, nocive alla sicurezza perfino da ferme perché ostacolano ai pedoni la visibilità, li costringono a passaggi arditi tra i marciapiedi, tombini, aiuole.
Inoltre le violazioni al Codice della Strada degli automobilisti sono numerosissime (passaggi con il rosso, soste vietate anche in doppia e tripla fila, eccessi di velocità, mancate precedenze, guida mentre si telefona) in una giostra cittadina che è diventata una specie di roulette russa. Neanche ciclisti e pedoni sono esenti da violazioni del Codice della Strada con la “sottile” differenza che loro non procurano danni mentre un automobilista è capace di procurare conseguenze gravissime a cose e persone. A Pescara in particolare si sono avuti morti per incidenti stradali anche durante il lockdown!
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Questo caos deve finire!
Le amministrazioni comunali devono aumentare la vivibilità delle città: intensificando i controlli (specie per chi guida con il telefono in mano), diminuendo il numero di automobili circolanti e favorendo il trasporto pubblico per un fattore di sicurezza e per un fattore ambientale: non sono più procrastinabili provvedimenti di questo tipo perché moltissime persone rinunciano alla bici per una sola motivazione: le strade sono pericolose!