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LE BICI, DALLA NOTTE AL GIORNO

Notte bici avis 2016 (4)Notte bici avis 2016 (4)Terza edizione della Notte delle Biciclette

LE BICI, DALLA NOTTE AL GIORNO                                                                               

Cronaca della notte bianca delle bici lungo le piste … dipinte di blu

PESCARA – Se non fosse stato per gli scampanellii e il sussurrare dei commenti scambiati da ruota a ruota, silenziosa e luminosa è stata la terza edizione della notte delle bici di ieri sera, 5 agosto, promossa da AVIS in collaborazione con FIAB Pescarabici e con il patrocinio del Comune di Pescara.

Il lungo corteo, di centinaia di cicliste e ciclisti, si è snodato per gli oltre 13 km del percorso, a partire dalle 21,00, procedendo da Villa Sabucchi in direzione nord fino a via Marinelli e poi tornando indietro lungo la strada parco, fino a Via Milite Ignoto, poi via R. Margherita e Via N. Fabrizi, fino al punto di partenza.

Grazie alla preziosa scorta delle Polizie Municipali di Pescara e Montesilvano tutto si è svolto nel miglior dei modi, e i partecipanti hanno potuto apprezzare le condizioni di sicurezza in cui si sono ritrovati nell’attraver­sare le vie della città, in parte garantite dall’eccezionalità dell’evento, ma soprattutto dall’essere in tanti e dal ritrovarsi tutti insieme.

Cosa che purtroppo non accade di giorno, in condizioni ordinarie, quando la massa di cicliste e ciclisti si muove diffusamente nella città, e senza “scorta”, subendo la prevalenza delle auto e l’assenza di spazi e percorsi riservati tanto da far rinunciare più di una persona all’uso della bici per evitare proprio il traffico e quindi le situazioni di rischio e pericolo.

Ma qualcosa si muove. Il corteo notturno ieri ha percorso la nuova pista ciclabile di Via R. Margherita, invadendo tutto l’asse stradale. Una ciclovia realizzata un po’ in sordina, quasi fosse un fatto ordinario che Pescara si realizza una nuova pista ciclabile, meno di quanto accade per 10 nuovi parcheggi.

Crediamo invece che stia accadendo un fatto eccezionale di cui pochi si sono accorti, forse neanche l’Amministrazione comunale che l’ha realizzata. Questo tratto di strada, anche zona 30, potrebbe infatti diventare, anche per via del colore azzurro, una “scossa elettrica” che risveglia dal sonno parecchi utenti, se non la città intera. Che si sia ciclisti o automobilisti, le categorie più diffuse interessate da quell’opera, nel percorrere quei 500 metri di strada i primi, quando si è ciclisti, trovano affermato il diritto di riservatezza della carreggiata e quindi una garanzia di sicurezza, i secondi, quando si è automobilisti, una chiara indisponibilità della strada a soddisfare in ogni luogo le proprie esigenze di sosta. Tradotto: le auto non possono più fermare in seconda fila, atto incivile prim’ancora che vietato dal CdS, e non possono invadere la pista ciclabile: la linea bianca continua costituisce un “muro regolamentare” invalicabile.

Questa nuova pista, prim’ancora che una innovativa opportunità, costituisce un richiamo alla cultura del rispetto delle regole, praticata normalmente in Europa e assolutamente disattesa dalle nostre parti e sulle nostre strade. La linea e il cartello dovrebbero essere sufficienti per capire quello che si può  e non si può fare.

Altra storia è invece il fatto che deve cominciare a farsi strada la logica della ripartizione modale del traffico e dello spazio che deve essere garantito ai diversi “vettori” del trasporto. Nel contesto urbano, soprattutto quello pescarese, l’automobile non può essere per sua natura il mezzo più adatto. Nella nostra città, che sta dentro un raggio di 5 km puntando un ipotetico compasso alla foce del fiume, la mobilità va rivoluzionata, partendo dalle utenze deboli e dal mezzo più efficace per percorrere brevi distanze: la bicicletta.

Da qui bisogna partire, per ridisegnare percorsi, luoghi e funzioni. Il Comune, come si legge sul relativo sito web dedicato alla mobilità, si accinge a redigere il PGTU e il PUMS, nonché a presentare progetti a valere su finanziamenti ministeriali per la nuova mobilità casa-scuola e casa-lavoro. Di qui bisogna passare.

Lo avevamo chiesto, anche se con altri numeri, nel documento “I dieci punti irrinunciabili” sottoscritto dai sindaci all’epoca dell’ultima tornata elettorale. Qualcosa si vede, rispetto al buio del passato, e questo ci lascia ben sperare. Che lungo Via R. Margerita i ciclisti devono litigarsi la loro pista a causa delle auto in seconda fila e soprattutto che alla ripresa della scuola “i genitori non potranno più lascare i propri figli a scuola in auto” sono fatti che devono diluirsi nel passato più remoto per fare spazio a logiche nuove e sostenibili.

E’ ora che una nuova mobilità esca dalla notte di certe pessime abitudini e dal buio della logica autocentrica della organizzazione della città, e prospetti, alla luce del giorno, strategie innovative, partendo soprattutto dalla bicicletta, strumento principe della intermodalità, nonché della socialità, della sicurezza, del risparmio energetico, della salute e soprattutto di un nuovo spazio di vita, quello riservato alla felicità. Tutta roba rara, di questi tempi.

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