venerdì, Dicembre 1, 2023
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L’inquinamento da polveri sottili: parliamone, non respiriamole

Comprendiamo l’insorgere dei commercianti e delle associazioni di categoria di riferimento contro la proposta dell’Assessore comunale all’Ambiente Simona Di Carlo di chiudere completamente il centro città alle auto. Lo capiamo perché siamo alla vigilia di Natale e le ripercussioni che, secondo loro, tale provvedimento potrebbe generare nel commercio sarebbero di grave danno per i commercianti stessi. Ma lo capiamo soprattutto perché sappiamo che la cultura imperante è e continua ad essere quella dell’auto. Che poi esprime, ahimè, la cultura della maggior parte delle persone. Ma per fortuna NON di tutte le persone. Infatti, come si fa, ripetiamo, come si fa a sostenere ancora, come fa Franco Danelli di Confesercenti, che l’inquinamento atmosferico nei centri urbani è dovuto quasi totalmente alle emissioni per il riscaldamento? Come si fa a spacciare per “certa” una “non verità”?

Il termine PM10 è un inquinante dalla natura chimico-fisica complessa, alla cui costituzione contribuiscono più sostanze. Il PM10 può avere sia origine naturale (processi di erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini) sia antropica: tra le sorgenti antropiche un importante ruolo è rappresentato dal traffico veicolare” (ISPRA). “Se le polveri sottili dal diametro di 10 micron sono inalabili e si accumulano nei polmoni, quelle da un diametro da 2,5 sono addirittura respirabili: ciò significa che possono penetrare nei nostri polmoni fino ad accumularsi nel sangue e raggiungere varie parti del nostro organismo”. Il famigerato Pm10 è costituito da un insieme di particelle di materiale solido e liquido in sospensione nell’aria. Così, se i danni legati alle polveri sottili di Pm10 sono circoscritti al sistema respiratorio, quelli legati alle polveri sottili Pm2,5 potrebbero estendersi anche ad altri tessuti. I maggiori componenti sono il solfato, il nitrato, l’ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali e l’acqua. Proprio a causa della sua composizione, il PM 10 presenta una tossicità intrinseca, che viene amplificata dalla capacità di assorbire sostanze gassose come gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e i metalli pesanti, alcuni dei quali potenti agenti cancerogeni.

È stata la stessa Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità a stabilire come l’inquinamento atmosferico sia cancerogeno per la salute umana, specialmente per ciò che concerne il particolato. I soggetti ritenuti maggiormente sensibili a tali effetti sono in particolare, gli anziani, i bambini, le persone con malattie cardiopolmonari croniche e affette da influenza o asma; su di essi si concentrano incrementi di mortalità e seri effetti patologici a seguito di esposizioni acute a breve termine. Ulteriori evidenze sono emerse considerando gli effetti sanitari a lungo termine conseguenti l’esposizione a basse concentrazioni di PM10. Tali effetti riguardano la mortalità ed altre patologie croniche come la bronchite e la riduzione della funzione polmonare. Anche l’incremento di tumore polmonare è stato associato recentemente all’inquinamento ambientale, ed in particolare alla frazione fine dell’aerosol: il materiale particolato aerodisperso è stato inserito dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) tra i cancerogeni di gruppo 1 (agenti sicuramente cancerogeni per l’uomo). Fonte: ISPRA, XIII Rapporto Qualità dell’ambiente urbano – Ed.2017.

L’inquinamento dell’aria fa ammalare e fa morire. Il rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha certificato come l’Italia sia il Paese dell’Unione europea che fa registrare il maggior numero di morti premature rispetto alla normale aspettativa di vita a causa dell’inquinamento dell’aria. Nel 2012 i decessi riconducibili all’inquinamento sono stati circa 84.400, su un totale a livello europeo di 491 mila, decessi direttamente derivanti dall’eccessiva presenza per metro cubo d’aria di tre elementi: le micro-polveri sottili (Pm2,5), il biossido di azoto e l’ozono nei bassi strati dell’atmosfera.

Possiamo parlare o no, a questo punto, di riduzione del traffico veicolare? Oppure vogliamo andare casa per casa a dire alle persone che devono spegnere il riscaldamento? Cosa che, tra l’altro, non ridurrebbe i rischi dell’inquinamento outdoor? Ma soprattutto, perché si continua a ritenere valida l’equazione “commercio = auto e parcheggi in centro? Noi non ci stiamo. Anzi, rilanciamo.

Siamo convinti che il commercio avrebbe solo da guadagnare da un’isola pedonale molto più vasta di quella attuale. Com’è stato ampiamente dimostrato dalla “storia” urbanistica delle grandi città italiane, e in parte anche della stessa Pescara. Noi vogliamo che un’area molto più vasta dell’attuale sia chiusa al traffico e che le zone limitrofe vadano regolamentate con percorsi protetti per le bici e ampi spazi per i pedoni. Non solo. Siamo convinti si debbano adottare immediatamente misure minimali di grande efficacia, tutte discusse tra l’altro nell’ambito dei recenti Stati Generali della Mobilità Urbana, a cui alcuni avrebbero fatto bene a partecipare. Citiamo ad esempio gli interventi sulla logistica sostenibile, elettrica o ciclistica, visto che la sola movimentazione delle merci determina in città la maggior parte del traffico; oppure tutta l’attività di controllo della mobilità sistematica, che si manifesta a precisi orari, di cui devono, ripetiamo, “devono” occuparsi i mobility manager, sia aziendali che delle scuole (per disinformazione o per ignavia mai nominati da 20 anni a oggi da chi ne aveva l’obbligo), sopratutto per eliminare la piaga giornaliera di migliaia di persone che negli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro si spostano solo, e da sole, in auto e non prendono un mezzo pubblico o una bicicletta.

Da queste misure si che il commercio potrebbe trarre vantaggio, non da auto ferme per la strada per la maggior parte del loro tempo ad occupare spazio tolto a pedoni e ciclisti, i clienti reali più vicini al centro commerciale naturale della città.E qui stiamo ancora a discutere di navette, quando l’inquinamento e le malattie arrivano con un aereo a tutta velocità!

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