Battersi per favorire l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto non significa ripensare solo ad una viabilità alternativa, significa anche, e soprattutto, ripensare la forma della nostra città, della nostra economia e società.
La condizione della mobilità influenza la forma urbana che, a sua volta, va ad influire sulla pratica degli spostamenti. La ferrovia fu uno dei primi fattori d’inurbazione delle periferie delle città. I cittadini, considerando che potevano raggiungere la città più velocemente attraverso il suo uso, andarono ad abitare nelle campagne circostanti. Il problema è che oltre ai cittadini, in città arrivavano più velocemente anche le merci. La struttura urbana d’inizio ottocento non era preparata per questo arrivo cospicuo di merci e persone in punti fissi. Da qui si sono iniziati a costruire i grandi viali davanti alle stazioni che permettevano di immettere cittadini e merci in modo più fluido all’interno della città.
Gli sventramenti di Parigi ad opera di Hausmann ne sono un esempio. Nonostante la letteratura romantica tende a giustificare questi sventramenti come una risposta alla rivoluzione del 1848, in realtà tale progetto fu motivato principalmente da ragioni economiche. Il tessuto urbano della Parigi medievale non era più in grado di assorbire il traffico di persone e merci che arrivava dalla stazione. Da qui l’esigenza degli sventramenti. E sarà proprio il traffico che da questo momento in poi andrà a determinare la forma della città. All’inizio del ‘900 con il diffondersi dell’automobile questo problema si è accentuato e gli urbanisti hanno iniziato a dare libero sfogo alle proprie idee innovative per fornire delle soluzioni. Basta pensare all’ipotesi della Città radiosa progettata da Le Corbusier. Ma le soluzioni adottate hanno comportato solo un incremento del traffico cittadino con conseguente segregazione spaziale, congestione, costo dell’energia, smog, effetto serra. A ciò si è pensato di rimediare delocalizzando in periferia prima le attività produttive e poi le attività commerciali. Di conseguenza le distanze tra luogo d’abitazione, luogo di lavoro e luogo del mercato (centri commerciali) sono aumentate sempre di più col finire di rendere l’automobile privata non più un mezzo alternativo per spostarsi, ma l’unico mezzo possibile per poter vivere e lavorare. Battersi per favorire l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto non significa ripensare solo ad una viabilità alternativa, significa anche, e soprattutto, ripensare la forma della nostra città, della nostra economia e società.