Vogliamo segnalare due curiose situazioni che si sono venute a creare a seguito della realizzazione di alcune nuove corsie ciclabili


Corsia ciclabile in Via Misticoni – Di questa faccenda abbiamo già scritto, esprimendo tutte le nostre perplessità circa la corsia ciclabile, fuori luogo, realizzata all’interno della Piazza (zona pedonale e quindi di per se ciclabile) antistante la Stazione di Pescara Porta Nuova, poi completata lungo il marciapiede, davanti a ingressi a residenze e a centri commerciali (vietato dalle normative vigenti). Da poco tempo questa corsia è diventata per una trentina di metri “pista in sede propria”, per ricongiungersi con il preesistente tracciato ciclabile esistente in Via Misticoni fino a Via Lo Feudo, in direzione San Donato. Per realizzare questo segmento sono stati rimossi diversi cassonetti dei rifiuti; ma la maggiore larghezza ha comportato la translazione delle corsie viarie adiacenti verso l’altro lato della strada, con la rimozione di circa 7 posti auto. La carreggiata di 10 metri è stata quindi ridotta per il solo transito delle auto: sulla parte destra, lato mare, è stato apposto il segnale di divieto di sosta. Senonché, per uno strano effetto memoria, forse anche per la segnaletica orizzontale non completamente rimossa, quello spazio non più adibito a parcheggio resta quotidianamente utilizzato per quella funzione, per cui alle auto in transito resta una corsia di scarsi 2 metri e l’incrocio tra due mezzi diventa quindi difficile se non impossibile. Avevamo pensato di segnalare la cosa alla Polizia Municipale, ma poi un giorno è successo che la prima auto ad iniziare la fila in divieto di sosta fosse proprio la loro!

Via Pepe, angolo via Marconi – Stanno per essere eseguiti lavori importanti (una mega rotatoria , si dice). Per questo motivo viene recintata una grande area lato sud, a ridosso dei campi da tennis, e il tratto ciclabile presente lungo la via scompare dietro la rete. La viabilità ciclistica, quando si eseguono lavori stradali o simili, non viene mai considerata degna di attenzione, per cui il ciclista che intercetta la zona interdetta, come in questo caso, deve fare marcia indietro o cercarsi autonomamente vie alternative . Ma questa volta, con grande stupore e favorevolmente impressionati, abbiamo visto realizzare una bretella ciclabile adiacente alla recinzione fino a riconnettersi con quella rimasta libera. Bellissimo, benissimo e finalmente!!! Senonché, girato l’angolo del cantiere, la corsia finisce dritta dritta addosso ad un marciapiede, con lo scalino. Si, perché anche in quest’area il tracciato è stato realizzato sul marciapiede. Chi viene in senso opposto lo scalino lo deve ovviamente scendere. Peccato, mancava così poco!


Allora lo abbiamo segnalato ad alcuni referenti dell’impresa e in men che non si dica, il giorno dopo praticamente, è comparso lo scivolo, in asfalto nero. Perfetto, non possiamo che essere soddisfatti e congratularci per la sensibilità dimostrata.

Perché la viabilità ciclistica, l’infrastruttura per capirci, entri a pieno titolo, e con la stessa dignità delle corsie automobilistiche, nel novero degli spazi stradali dedicati al trasporto, ci vorrà ancora molto, ma un’ottima segnaletica e qualche accorgimento funzionale in più, crediamo possano fare la necessaria differenza per colmare questo insopportabile e incivile gap.