Egregio Presidente,
dal punto di vista della qualità del tracciato possiamo dire che le cose non cambiano un granchè, nel senso che il peggio di come sta messo adesso quel tratto di pista ciclabile, con il tavolame divelto quando non fradicio e cosparso di chiodi arrugginiti, è ottenibile soltanto magari mettendo fuoco alle assi. Ed in effetti è quello che deve essere avvenuto in questi giorni ferragostani quando qualcuno, con un inqualificabile gesto, ha in più punti incendiato la pavimentazione di legno della pista ciclabile, creando un varco di grave pericolosità per i passanti.
Ma al di là di questo incredibile evento, che non sappiamo quanti precedenti abbia nella storia della viabilità ciclistica cittadina e non solo, il fatto fa tristemente il paio con una situazione gestionale delle piste ciclabili adiacenti al fiume Pescara che avrebbe bisogno di una attenzione pianificatoria che ad oggi si fa fatica ad intravvedere. Non si tratta di situazioni di recente testimonianza, su cui abbondano segnalazioni e lettere varie, ma di anni di storia di abbandono e di trascuratezza, su cui l’Ente gestore è stato ripetutamente richiamato e su cui farebbe bene interrogarsi con molta serietà.
La gran massa di rifiuti che, abbandonati lì da mesi, costellano il tracciato che corre parallelamente alla rampa di accesso all’asse attrezzato, partendo dal sottopasso della ferrovia, oltre alle vere e proprie discariche che fanno bella mostra di se lungo il nuovo tracciato che raggiunge l’insediamento della FATER, per non parlare delle condizioni dei sottoservizi e della pulizia in generale, testimoniano l’inesistenze attenzione fino ad oggi riservata alla pista ciclabile ma ancora di più forse la difficoltà organizzativa gestionale che caratterizza l’iniziativa amministrativa nel corso di troppo tempo.
Ci aspettiamo un grande sforzo di chiarimento a riguardo.