Abbiamo scritto la lettera che segue ai referenti in indirizzo certi che ne uscirà fuori una discussione e una verifica circa l’adeguamento del progetto alle esigenze e alle norme di accessibilità per pedoni e ciclisti. Le foto sono di questa mattina e l’obbligo per i pedoni è già in vigore, ma già disatteso, come si vede.
ALLA C.A.
ENZO DEL VECCHIO – ASSESSORE MOBILITÀ Pescara
E PC
• GIULIANO ROSSI – DIRIGENTE LAVORI PUBBLICI
• ALESSANDRO FERAGALLI – CAPO SERVIZIO MOBILITÀ
• GIUSEPPE DI GIAMPIETRO – DIRETTORE CMG
• FRANCESCO PAGNANELLI – PRESIDENTE COMMISSIONE GRANDI INFRASTRUTTURE
• REFERENTI GRUPPI CONSILIARI
Pescara, 20/2/2015
OGGETTO: Raccordo Ponte delle Libertà – Asse attrezzato: attraversamenti pedonali e ciclabili in sicurezza – Richiesta chiarimenti e proposte
la presente nota fa riferimento a reiterate segnalazioni e riflessioni, diffuse attraverso gli organi di informazioni, conseguenti quotidiane frequentazioni dei luoghi, circa la criticità e la pericolosità dell’attraversamento del ponte in oggetto da parte di utenze deboli.
Nella documentazione richiamata è stata sempre messa in evidenza la funzione di raccordo che il Ponte in essere svolge tra due parti della città: popoloso l’uno, con le case popolari di via Lago di Capestrano e di Borgiano più le limitrofe vie Aterno, via Sacco, via Tavo fino a Via Tiburtina, e dotato di strategici poli funzionali l’altro, con scuole, ospedale, stazione ferroviaria, sedi di enti locali.
Per tali ragioni, il ponte, asse viario urbano di significativa utilità, è frequentato sicuramente da mezzi a motore, ma altrettanto diffusamente da pedoni e ciclisti nei confronti dei quali, da quando realizzato, non sono stati mai garantiti spazi idonei e riservati di transito. Visionata la documentazione cartografica di progetto del raccordo, sembra che tale opportunità non sia prevista neanche in questa occasione. Riassumiamo gli elementi funzionali esistenti nell’elenco che segue, partendo dal lato nord:
- rotatoria via del Circuito;
- rampa di raccordo Ponte delle Libertà in uscita su Asse Attrezzato;
- rampa di raccordo Asse Attrezzato in entrata su Ponte delle Libertà;
- sottopasso Asse Attrezzato;
- rotatoria via Aterno direzione ovest;
- raccordo via Aterno – Pendolo con ingresso pista ciclabile;
- rotatoria via Aterno direzione est;
- rampa di raccordo In entrata su Asse Attrezzato;
- sottopasso Asse Attrezzato;
- presunto raccordo pista ciclabile lungo fiume sud;
- rampa di raccordo Asse Attrezzato in uscita su Ponte delle Libertà;
- parte terminale della pista ciclabile argine lungo fiume nord.
Chi si sposta a piedi o in bicicletta interseca gli elementi sopra elencati che, a nostro avviso, rimandano ad uno scenario di tipo autostradale, mentre riteniamo ci si trovi di fronte a un contesto viario assolutamente urbano.
Da una valutazione degli elementi progettuali dell’opera appare evidente che una minima ma parziale attenzione è stata riservata solo ai pedoni, mentre nulla è stato previsto per un attraversamento in sicurezza dei ciclisti.
Per i primi sembra siano state adottate soluzioni che comportino la marginalizzazione di tali utenze che, per alcune provenienze e destinazioni, sarebbero costretti ad un percorso particolarmente lungo che potrebbe dare luogo a due opzione:
- rinuncia all’attraversamento:
- attraversamento effettuato a rischio contravvenendo alle regole (questa seconda tra l’altro è la più praticata in corrispondenza della rotatoria realizzata in Piazza Unione).
Per i secondi, i ciclisti, nonostante la presenza in testa e in coda all’opera di tratti ciclabili a cui sarebbe auspicabile prevedere un raccordo, nulla è previsto; a questi, a fronte della critica e difficile situazione di raccordi descritta in precedenza, l’unica soluzione di attraversamento consentita è quella stradale, da condividere con i mezzi a motore.
Alla luce del rinnovato rapporto di collaborazione instaurato con Codesta Amministrazione, che in più e recenti occasioni ha avuto modo di manifestare interesse e volontà per un nuovo scenario di mobilità urbana, non possiamo che segnalare quanto sopra, soprattutto per la prevalenza funzionale che sembra caratterizzare l’opera viaria: quella delle automobili a netto discapito di quelle dedicate alle utenze deboli che, nel contesto urbano di riferimento sopra descritto, dovrebbero a nostro avviso affermarsi.
Il nostro auspicio è che non sia la logica funzionale dell’asse attrezzato, cioè esclusività di frequentazione, grandi spazi e alta velocità, a pervadere il contesto urbano di attraversamento, ma che al contrario, soprattutto sul ponte, prevalga la logica funzionale della bassa velocità, della promiscuità di presenze e della ripartizione degli spazi per singole categorie di utenti, in ragione in primis delle loro richieste ma anche delle logiche di sviluppo di mobilità urbana sostenibile che si intende perseguire.
Perché non provare a privilegiare e potenziare il raccordo ciclistico tra i tracciati esistenti sul lungo fiume sud e nord e lungo la strada pendolo, quest’ultima tra l’altro tutta da ripensare, adeguando la rete viaria automobilistica in funzione di una ciclistica? L’opzione meglio si combina con i possibili tracciati pedonali, determinando ciò una migliore condizione di sicurezza diffusa per pedoni e ciclisti, di sistemazione degli spazi percepiti, e quindi un approccio più sostenibile per una migliore qualità della vita al contesto urbano.
È evidente quanto nella fase progettuale dell’opera sia prevalsa la logica “autostradale” di raccordo tra due assi viari automobilistici e sia completamente sfuggita, forse perché all’epoca né evidenziata né richiesta, la necessità di verificare il contesto urbano in cui la stessa veniva inserita, a testimonianza di altre esigenze di spostamenti e collegamenti.
In ragione delle dotazioni viarie in essere, cioè automobilistica extraurbana, urbana, ciclistica e pedonale, riteniamo che tale contesto possa ora costituire per tutti uno stimolante banco di prova per un positivo confronto sulle prospettive future della mobilità nuova a Pescara, a cui siamo disponibili a contribuire con forza e determinazione.
Giancarlo Odoardi – Presidente FIAB Pescarabici
Ciao, mi permetto per una volta di fare la parte del diavolo nella proposta in oggetto e riflettere a partire dello specifico caso: il sottopasso dell’Asse attrezzato.
Questo è, insieme al contiguo ponte di Villa Fabio, uno snodo realizzato chiaramente per il traffico automobilistico, atto a distribuire i flussi di passaggio tra nord e sud della città ed il collegamento diretto con l’asse attrezzato delle porzioni di città a monte rispetto il centro città. In questo ritengo che possa svolgere adeguatamente questo ruolo.
Nelle vicinanze dei luoghi suddetti, sappiamo passare le ciclabili lungofiume, collegate tramite il ponte ciclabile della Provincia, che servono sostanzialmente le stesse zone del su citato sottopasso.
A questo punto quindi mi chiedo: ma è necessario cercare di infilare a tutti i costi una corsi ciclabile su uno svincolo prettamente automoblistico o sarebbe meglio concentrarsi sulle limitrofe piste, mettendole in sicurezza ed informando meglio i ciclisti della loro esistenza?
Si perché a volte mi sembra che il ciclista urbano tenda a ripercorrere (per istinto masochista?) le stesse vie delle auto senza cogliere le reali opportunità di percorsi alternativi già esistenti.
Gabriele