In via Fornace Bizzarri, una traversa di via Tirino vicina al sottopasso della ferrovia nei pressi della Stazione Tribunale di Pescara, ci sono alcuni edifici abitativi ed una piccola area verde sulla quale l’Amministrazione Comunale vorrebbe costruire un asilo. Sorge spontanea la domanda: ma perché sopprimere l’unico spazio verde fruibile e attrezzato nell’agglomerato abitativo di quella zona?
L’analogia con altre operazioni di cementificazione, sottrazioni di suolo e discutibile (per essere eleganti) gestione del verde sorgono spontanee: sebbene su altre dimensioni, quella del fu Bosco Centrale rinominato Parco Centrale (area di risulta, per intenderci) oppure la gestione della Riserva Dannunziana.
Quella di via Fornace Bizzarri non è il solito atteggiamenti nimby (Not In My Backyard, non nel mio cortile), ma davvero un unanime giudizio su un progetto senza senso: sembra che qualcuno tolga la sedia mentre ci si siede.
Basta dare uno sguardo intorno al caseggiato in questione per rendersi conto della cementificazione stile anni ’70: stradoni, parcheggi parcheggi parcheggi sul suolo pubblico che non può essere “sequestrato” dai proprietari delle automobili.
Proprio di fronte al piccolo parco attrezzato corre la stradina letteralmente interdetta ai pedoni e interamente destinata alle automobili: vogliamo difendere il diritto ad avere un’area verde, ma anche il diritto di passaggio a chi vuole andare a piedi, posto che due auto che si incrociano su via Fornace Bizzarri trovano difficoltà a transitare incrociandosi.
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Non è concepibile un’urbanizzazione che costringe i pedoni ad usare le corsie stradali dove neanche trovano spazio sufficiente le automobili. I marciapiedi, oltre che stretti, sono occupati dagli alberi, seppur orribilmente “ingabbiati” e “carcerati”, che oltretutto stanno bene dove sono.
C’è la soluzione? Certo! Togliere i posti auto in via Fornace Bizzarri e allargare e trasformiamo i marciapiedi.
Attraversato lo stradone via Celestino V, irreale ed inutile per la sua esagerata larghezza, neanche a 50 m dal piccolo parco pubblico preda di un assurdo progetto, ci sono ampi parcheggi di cui uno da 30 posti auto sempre vuoto.
E allora trasformiamo l’inospitale stradina in una zona più vivibile da parte dei cittadini: sappiamo tutti che gli alberi sono elementi essenziali per la nostra vita, che il suolo deve essere più permeabile, che la sicurezza degli individui è primaria.
Se verde deve essere, verde sia.