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La pista ciclabile? Nel … luna park

Luna park su pistaPESCARA – Area risulta stazione, zona est. Ci sono passato tante volte e l’ho visto tante volte. Qualche giorno fa ero ancora lì e, ormai stabilmente posizionato, c’era anche il luna park. Con annessi e connessi. Cioè la gente che giustamente ci gira intorno, che si intrattiene nelle vicinanze, ci mancherebbe, che guarda incuriosita, desiderosa, impaziente di fare qualche giro sulle giostre, ragazzi e ragazze che si studiano . Niente di male a prima vista. Ma il fatto è che io ci sono passato in bicicletta e che la scena si svolge su un  moncone di pista ciclabile.

Ovviamente nessuno ci fa un granché caso. Di biciclette ne passano poche, anche perché da dove vengono e soprattutto dove vanno, visto che la pista ciclabile da un lato, quello sud, finisce nel … nulla? Da ciclista, la cosa che innervosisce di più non è tanto la gente che si intrattiene inconsapevole sulle sagome orizzontali della bici e il calcio balilla posizionato dai giostrai proprio sopra la pista. Ma è la diffusa distrazione degli amministratori per quest’opera, abbandonata a se, isolata e remota traccia di un piano della mobilità leggera che in città fa fatica a prendere forma. Da anni.

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3 COMMENTS

  1. Apprezzo il commento in quanto ho un particolare legame con questo “frammento” di pista ciclabile. Difatti fu realizzato nel 2002, col Sindaco Pace, e da me proposto in tempi non sospetti, quando ricoprivo l’incarico di Direttore dell’Area Tecnica e LL.PP. del Comune di Pescara. C’era già una prima idea di realizzare un anello ciclabile di circa 8 km. Ma tutto è rimasto miseramente fermo! Anche la mia proposta sul programma triennale dei LL.PP. 2011-2013, di migliorare i tratti esistenti e riconnetterli per realizzare un primo anello urbano ciclabile si è miseramente arenato sulle secche di una politica miope e poco attenta al ruolo della bici.
    Da ciclista, da tecnico … e attualmente anche da candidato, farò di tutto per dare un impulso concreto allo sviluppo della mobilità ciclabile nella nostra città.

  2. Si può anche aggiungere che i fondi stanziati in quel triennale (oltre 2 milioni di €) si sono pian piano assottigliati fino a scomparire. Per la mobilità, di qualsiasi tipo essa sia, ma noi pensiamo a quella leggera, ciclabile, è indispensabile una misura strutturale di finanziamento, altrimenti si naviga a vista e la pianificazione rimane una chimera. Ciò è possibile ragionando anche sul fatto che la mobilità ciclistica, e quindi la parte fisica destinata a tale funzione ha bisogno di minore manutenzione e quindi alla lunga fa anche rispiarmiare

  3. Le piste ciclabili a Pescara sono come la cyclette:la si compra pensando di utilizzarla per fare attività fisica, poi dopo due o tre volte diventa una sorta di attacapanni. Insomma le piste ciclabili sono nate con il nobile scopo di essere fruibili dai ciclisti, poi servono a ben altro: parcheggio auto e moto, percorso per pedoni e pattinatori, parcheggio suv e furgoni ecc. Sarei anche molto curiosa di conoscere chi le ha progettate, tralasciando di parlare della pavimentazione e della segnaletica sulle quali è meglio adottare un rispettoso silenzio, dal momento che dubito si tratti di un ciclista, fosse anche della domenica, perchè altrimenti altrimenti non si spiega a cosa mai può servire una pista ciclabile che corre lungo un marciapiede e non delineata da un cordolo, un’altra che gira attorno ad uno spartitraffico e che alla fine ti getta in mezzo al traffico di una rotatoria, un’altra interrotta da pensiline di autobus e punteggiata da rami di palme basse e taglienti, un’altra ancora deserta e scarsamente illuminata, un’altra talmente stretta che se si incontrano due ciclisti quasi si urtano (contatto sicuro se uno o tutti e due sono forniti di specchietto retrovisore).
    Conclusione: i nostri amministratori locali sembra vogliano suggerirci di gettare la bici alle ortiche e usare l’auto per contribuire a peggiorare sempre di più la qualità dell’aria e della vita nella nostra città.
    Viva lo smog!

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