Alcune notizie diffuse dagli organi di informazione circa i parcheggi previsti nell’area di risulta della stazione hanno stimolato una nostra riflessione che abbiamo sottoposto all’attenzione dell’amministrazione comunale e che di seguito condividiamo con te.
Il nuovo progetto di sistemazione delle aree di risulta della stazione ferroviaria, area strategica denominata “Parco centrale”, prevede due torri e altri spazi parcheggi di prossimità per circa 3.000 “posti auto”. Tutti già esistenti, si intende. Saranno gestiti da parte di chi si aggiudicherà il contratto di poject financing per realizzare il parco centrale nel suo complesso. Ma quanti spazi sosta serviranno per la Pescara del 2040? E per quali mezzi? Auto o bici? Ma serviranno? E se ne serviranno 1.000, 500? Noi abbiamo delle perplessità su tutta questa faccenda.
La LR 8/2013 Abruzzo (comma 3 Art. 5) dedicata alla “mobilità ciclistica” ad un certo punto prevede che in caso di realizzazione di nuovi parcheggi auto il 10% di questi (posti auto) siano destinati alle biciclette. Per cui per 100 posti auto 10 sono destinati alle bici. Attenzione, non a 10 bici ma 10 spazi auto da lasciare alle bici. E quante bici ci vanno il 10 posti auto? Noi diciamo 100! Tradotto: ogni 100 posti auto ci sono 100 posti bici!
Facile fare il conto. Tremila posti auto? Il 10% alle bici, a 3.000 stalli per bici! E se qualcuno chiede 5.000 posti auto, ci vorranno 5.000 posti bici. Giusto, no?
Se volessimo applicare retroattivamente questa norma, quanti stalli per bici dovremmo avere a Pescara? Forse ne mancano tanti all’appello: non è che sono proprio quelli che i ciclisti recuperano intorno ai pali della luce, della segnaletica, intorno agli alberi, alle ringhiere, insomma, dove capita?
Questa faccenda dei parcheggi potrebbe presto ritrovarsi a fare i conti con un altro fenomeno che interesserà tra pochi mesi anche la nostra città, e cioè il bike sharing a flusso libero (free floating, FF), cioè un servizio di trasporto urbano basato su una flotta di biciclette in condivisione che si possono lasciare dove si vuole (il servizio è stato annunciato per inizio estate).
Da alcune città italiane (Milano, Firenze, ecc.) arrivano messaggi in chiaro scuro circa la bontà dell’esperienza, dove il chiaro è rappresentato dalla grande opportunità che il servizio fornisce, a partire dal basso costo alla alta fruibilità del mezzo, sempre facilmente disponibile, mentre lo scuro rimanda al problema, o almeno presunto tale, del parcheggio, che a volte diventa ovvero viene percepito come “abbandono”.
Infatti le biciclette, dotate di un lucchetto elettronico ed essendo georeferenziate, possono essere lasciate dovunque, perché sempre rintracciabili con una banale app dal proprio cellulare.
Per la verità anche le automobili vengo lasciate dovunque. E per evitare, senza forse riuscirci, il senso di “dispersione” e di “disordine” un giorno sono stati realizzati i “parcheggi auto”, la maggior parte gratis.
A Pescara ci sono 270 km di strade e, a spanne, oltre 60-70.000 spazi auto, distribuiti lunghe le strade stesse, nelle piazze e, qualche migliaio, nei parcheggi a pagamento..
Strano che nessuno parli di disordine o di decoro, o si scandalizzi perché ogni buco di via ospiti una macchina. Anzi, sembra che ce ne vogliano ancora di più. E quali auto devono ospitare tanti parcheggi quando in futuro si andrà sempre di più in bus e in bici e le auto diventeranno solo un servizio (car as-a-service) e non un bene di proprietà?
Perché non riequilibrare certi spazi, invece? Perché non possiamo cominciare a ragionare su un piano generale delle città per il parcheggio delle biciclette?
Nella giornata di martedì 12 dicembre dello scorso, nella sala Giunta del Comune di Pescara, abbiamo partecipato al primo incontro dedicato agli stakeholders (portatori di interesse) previsto nell’ambito del processo di redazione del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU).
La relazione che ci è stata sottoposta è sembrata equilibrata e condivisibile, almeno nella impostazione delle analisi e nella prospettiva degli interventi, che nel loro dettaglio ovviamente non sono stati per adesso né proposti né quindi valutati.
Molto chiaro il contesto descritto, che vede una presenza massiccia delle auto, sia in movimento che, soprattutto ferme (il 90% del parco auto, come da una recente ricerca europea), una bassa efficienza del trasporto pubblico e una carenza dell’infrastruttura ciclabile.
Ne è quindi emersa la necessità di un riequilibrio delle parti attraverso una inversione dei rapporti tra le diverse componenti della mobilità la cui scala dei valori vede in cima quella pedonale e ciclabile, poi quella del trasporto pubblico, poi quella privata automobilistica e in fondo quella della sosta (leggasi parcheggi auto).
Seppur non richiamato, si tratta di considerazioni che riteniamo possano e debbano quindi trovare la giusta collocazione nel quadro di riferimento del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, anch’esso in corso di redazione e che in aderenza ad ulteriori documenti strategici di governo del territorio comunale prefigura, da qui ad almeno 10 anni, una riduzione della componente modale del traffico motorizzato privato (auto) al 50% rispetto alla situazione attuale (circa 90%). Il che si traduce in incremento del trasporto collettivo e degli spostamenti in bicicletta. E, ci sentiamo tranquillamente di affermare, una conseguente drastica riduzione della necessità di parcheggi auto.
Stupiscono, pertanto, le sollecitazioni da parte di diversi settori, emerse anche durante l’incontro richiamato, circa la necessità un deciso e robusto ricorso ai parcheggi, diffusi sul territorio comunale quando non addirittura in pieno centro (sotto Piazza Primo Maggio). Tutto ovviamente in funzione dello sviluppo delle attività commerciali ed in attesa che in un prossimo futuro le auto diminuiscano di numero e diventino elettriche.
Non possiamo che esprimere il nostro stupore rispetto a condotte di pensiero che prefigurano scenari in controtendenza rispetto a quanto già fatto proprio dalla pianificazione comunale in corso di redazione e da un intorno di esperienze europee, ma anche nazionali, che ormai certificano l’opposto. Non per nulla la primavera scorsa sulle pagine dell’Economist, e quindi non su un giornalino di quartiere, era apparso un articolo dal titolo eloquente: “Meno parcheggi per tutti!”.
Noi crediamo se ne debba parlare, per evitare di congelare il futuro prossimo ad un presenta che sta diventando velocemente passato remoto.
Un paio di pillole per chiudere
- L’aumento del numero di persone che si spostano in bici (magari su un numero maggiore di ciclovie), e che quindi hanno meno bisogno di parcheggi auto, fa paradossalmente aumentare la disponibilità questi ultimi, specie per tutti quelli che non possono fare a meno del mezzo motorizzato.
- I parcheggi per auto diventeranno presto antiquati: nei prossimi dieci o venti anni l’auto privata scomparirà e sarà sostituita da un insieme di auto condivise, mezzi pubblici, biciclette sia personali che condivise, di bici assistite per la micro logistica. Perché mai investire, quindi, in un mezzo che per il 90% del tempo non si usa?