Alla c.a.
Sig. Sindaco di Pescara
E pc: Assessore alla Mobilità
Il 4/03/2020, dopo averlo ripetutamente ricordato in altre occasioni, abbiamo per l’ennesima volta diffidato il Comune ad adempiere alla L. 366/98 (Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica) che impone che su Via Marconi, asse viario oggetto di lavori straordinari, siano realizzati percorsi ciclabili.
Al riguardo non siamo stati mai chiamati ad alcun confronto, men che meno progettuale, come sembra sia invece accaduto con talune rappresentanze.
Che via Marconi stia prendendo forma senza alcuno spazio per le due ruote è un fatto che non possiamo che stigmatizzare, soprattutto alla luce dello spirito e della ragione che animano il finanziamento dell’opera: la sostenibilità!
Ma da quello che apprendiamo dagli organi di informazione e da quello che si vede eseguire, ciò che manca sembra essere proprio questo elemento, prevalendo di giorno in giorno il senso della variabilità e dell’improvvisazione.
I marciapiedi sono stati completamente ridimensionati per lasciare uno spazio di 16 metri completamente dedicato al transito di mezzi motorizzati, oltre che a parcheggi.
Bassissima, in questo modo, l’interazione degli utenti, che sono i veri clienti, con il tessuto commerciale e di servizi di cui la via è ricca, mentre si alza la funzione di attraversamento longitudinale del tratto, tipica delle autostrade.
Se per le biciclette, alla base, insieme ai pedoni, della piramide della mobilità sostenibile, non vi sono tratti riservati e preferenziali, le due ruote dovranno andare insieme alle auto, con i rischi di sempre della promiscuità dei mezzi che espelle i più deboli, a partire dai bambini per arrivare agli anziani, ovvero ai meno abili (utenze deboli e vulnerabili).
A questo punto si potrebbe anche vietare loro il transito, come avviene per i tracciati autostradali o nelle superstrade, in modo da non creare situazioni di conflitto e di pericolo.
A chi ha progettato l’opera e a chi ha dato l’assenso politico evidentemente sfuggono questi concetti, come anche la conoscenza della norma sopra richiamata, ancorché ricordata in più occasioni, e che per l’ennesima volta richiamiamo:
Legge 366/98 – Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica, art. 10:
Dopo il comma 2 dell’articolo 14 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall’articolo 10 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360, è inserito il seguente: “2- bis. Gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza”.
La lacuna veniva già segnalata con preoccupazione in occasione della presentazione delle osservazioni al PGTU trasmesse entro il 15 marzo del 2019 laddove si evidenziava che “via Marconi, (…) lo studio da una parte sembra non preveda piste ciclabili, se non per un tratto brevissimo compreso tra piazza Unione e via Conte di Ruvo (…)”.
Ad integrazione di quanto ripetutamente anticipato in note precedentemente trasmesse, pertanto, la presente costituisce reiterata formale diffida ad adempiere alla norma richiamata con la predisposizione di un adeguamento progettuale che rispetti quanto imposto dal testo di legge vigente.