Avrai tessuto all’alba o nella notte
la tua trappola impalpabile d’organza
aggrappata allo specchietto e alla portiera
della mia rossa utilitaria panda
ora sono certo dell’iniziata primavera
non c’erano ancora impigliate prede
e tu chissà da dove nascosto mi scrutavi
che vita strana la tua per me d’aracnide
e di quelli i più inoffensivi e fragili
la mia pure a me è assai bizzarra
essere che cammina scrive e parla
di te racconta in versi sciolti dalle rime
s’illude di riuscire ad indossare la tua anima
almeno per un attimo e una volta
per chiederti se il sapor di moscerino
assomiglia a quello della ghianda per il porco
o del panino che per la scuola preparava
la mia mamma
a me che come te sotto il letto s’imbucava
quando di studiare non aveva alcuna voglia.
Marco Sclarandis